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al testo di Giovanni Avogadri
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1.
Pomeriggio, agosto di vento: non si naviga solo per spostarsi ma per entrare nel tempo. 1.2 Viale Il mare Un grido di gioia Un sorriso sconfinato La pelle fresca sotto il vento Ma è nell’attimo Che io voglio IO VOGLIO entrare dentro. 2. Giardino di lecci, mezzogiorno immoto di cicale lo stemma Dè Medici dimenticato sulla chiesa sconsacrata, a Livorno si offre solo il frammento. Ma tutto è sacro nello spazio ritrovato 3. In Villa Fabbricotti tra i busti dei Granduchi Sul viale dei cinque anni Crescono le palme di Montevideo… Oppure è stata colpa della Villa Se sono morto di nostalgia Per le palme di fronte alle ramblas? 4. Passo davanti alla vecchia costruzione della Biblioteca dei Ragazzi. Per me ogni racconto nasce da lì. D’autunno sono le fiabe di Andersen, poi, d’inverno, la sera scende presto tra i platani e si può iniziare Dickens con tutta calma. La tarda primavera si annuncia con Tom Sawyer e, soprattutto, Huchkleberry Finn… Ma d’estate è la volta del più forte di tutti. Occhieggia tra le ombre dei cespugli, si nasconde appena entri nel vialetto, finché, alla fine della mattina, se sei fortunato, Il Cavaliere dalla Triste Figura esce fuori da un bosco di lecci . 5. Pomeriggio d’agosto senza tempo…Alla televisione ci sono i campionati d’atletica leggera, Subito dopo imitati e reinventati con gli amici in cortile … Le Olimpiadi rinascono ogni estate, anche per le strade di una città di mare del tardo miracolo economico. 6. Parterre Perché mi aspetto di vedere Cesare proprio qui attendere la sua ballerina sulla panchina di fronte? Forse non c’era niente da fare In quell’angolo di sogno esotico dietro l’ospedale, dal muro si vedevano i resti del dopoguerra e mio nonno mi apriva le strade spingendo la bicicletta. |
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